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Mamma Sarah Scazzi sconvolta: “Non c’è rispetto per noi”, scoppia la polemica contro Storie Maledette

La mamma di Sarah Scazzi, Concetta Serrano, è rimasta esterrefatta da quello che sua nipote Sabrina Misseri e sua sorella Cosima Serrano hanno detto nel corso della prima puntata di Storie Maledette, il programma ideato e condotto da Franca Leosini. 

Non importa se l’efferato omicidio di Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana uccisa per la Corte dalla cugina Sabrina Misseri e dalla zia Cosima Serrano, si sia definitivamente conclusa a livello giudiziario, il suo caso continua a fare scalpore e breccia nell’opinione pubblica. Domenica 11 marzo le due donne, condannate in via definitiva all’ergastolo, sono tornate dopo tantissimi anni sotto le luci dei riflettori. Sabrina e la mamma Cosima, intervistate e incalzate dalla giornalista Franca Leosini, hanno raccontato la loro verità in merito all’omicidio ai microfoni di Storie Maledette. Le due donne torneranno proprio questa domenica, 18 marzo, nuovamente sotto gli occhi di moltissimi telespettatori, tra cui anche la famiglia della piccola Sarah Scazzi, spentasi prematuramente per mani di terze persone e che tra meno di un mese avrebbe compiuto 23 anni.

Concetta Serrano, mamma della piccola Sarah, non è riuscita a trattenere la rabbia verso la nipote e la sorella che nonostante il passare degli anni e la condanna definitiva continuano a professarsi innocenti, ledendo a suo avviso la memoria della quindicenne e della famiglia. Sarah, racconta Concetta ai microfoni di Quarto Grado, non è vero che andava sempre volentieri a casa della cugina Sabrina: “Raccontano sempre la stessa farsa. – aggiungendo – Io ricordo che molte volte Sabrina le mandava dei messaggi o la chiamava per dirle ‘Vieni che mi dai una mano’ e Sarah usciva dalla camera sbuffando perché non le andava; allora io le dicevo ‘Se non vuoi andare perché ci vai’ e lei mi rispondeva ‘Perché quella (Sabrina, ndr) se non ci vado inizia a criticarmi, dicendo che vado da lei solo quando mi fa comodo’. Quindi non ci andava sempre gran volentieri“.

L’intervista effettuata da Franca Leosini a Sabrina Misseri e a Cosima Serrano ha profondamente destabilizzato la famiglia di Sarah Scazzi. Concetta in un’intervista effettuata dal settimanale Giallo, diretto da Andrea Biavardi, ha confessato la rabbia verso la nipote e la sorella: “Vorrei dire a loro che se si fossero pentite e avessero collaborato con la giustizia, si sarebbero tolte un grosso macigno dalla coscienza e forse la loro condanna sarebbe stata più clemente“. In merito alla possibilità data alle due donne di raccontare la loro verità in tv, la mamma di Sarah ha dichiarato: “Sono state le mie amiche a dirmi dell’intervista. Al di là di questo, sono esterrefatta. Lo trovo ingiusto nei confronti degli altri ergastolani. Trovo ingiusto il fatto che loro abbiano un trattamento particolare, in quanto possono dire quello che vogliono, mentre gli altri ergastolani non hanno voce in capitolo”. Alla domanda posta da Rita Cavallaro nell’intervista pubblicata da Giallo in merito a se fosse corretto che Storie Maledette abbia intervistato solo le due donne senza dare spazio al pensiero della famiglia della vittima, la mamma di Sarah Scazzi ha sostenuto: “Evidentemente quello che hanno da dire Cosima e Sabrina, dal punto di vista di chi dirige la trasmissione, è più importante del pensiero dei familiari della vittima. Per quanto riguarda il rispetto, quello ormai non esiste più…”. Un malcontento sicuramente lecito e che i familiari della povera Sarah hanno giustamente espresso, anche se però si è andato ad attaccare il concept del programma Storie Maledette, che lo caratterizza e lo rende proprio per questo diverso da altri programmi che si occupano di cronaca nera. La trasmissione ideata dalla giornalista Franca Leosini, fin dal 1994, si è occupata di ripercorrere i grandi casi di cronaca nera che hanno sconvolto il nostro paese intervistando esclusivamente i condannati coinvolti, proprio per far comprendere ai telespettatori quel lato oscuro che abita in ciascuno di noi, che in alcuni casi può portare a compiere gesti estremi.

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