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Desirée Mariottini, inquietante scoperta dall’esame del DNA degli imputati

Le prime risposte degli esami sulla tracce biologiche rilevate sul corpo di Desiréè Mariottini parlano chiaro: si parla di stupro, cessione di droga e omicidio. I risultati degli esami restringono il cerchio intorno agli imputati: due stranieri.

Desirée Mariottini, ultime notizie: fermato un italiano

Per l’omicidio di Desirée Mariottini c’è stato un nuovo fermo. E’ quello che riporta SkyTg 24. Si tratta di un italiano, Marco Mancini. Un 36 enne romano che avrebbe fornito alla sedicenne di Cisterna di Latina la droga letale che poi ha provocato la sua morte. “L’indagato – si legge nella nota della Polizia – è stato rintracciato presso la fermata metropolitana linea C Pigneto. All’atto della controllo, inoltre, Mancini è stato sottoposto a perquisizione personale e locale. L’atto di p.g. ha permesso di rinvenire e sequestrare numero 12 dosi di cocaina e psicofarmaci di vario genere, motivo per cui lo stesso è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria per il reato di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti e psicotrope”.

Proseguono dunque le indagini sulla giovane stuprata ed uccisa nel quartiere San Lorenzo a Roma. Gli inquirenti hanno già fermato quattro immigrati irregolari ed erano proprio sulle tracce di un uomo italiano dal nome Marco. Mamadou Gara, 27 anni, Brian Minteh, 43 anni, e Chima Alinno, 46 anni, sono accusati dei reati di omicidio, violenza sessuale e cessione di stupefacenti. Secondo il giudice gli indagati hanno agito “con pervicacia, crudeltà e disinvoltura” mostrando una “elevatissima pericolosità e non avendo avuto alcuna remora”. Stessi reati contestati anche al ghanese Yusi Salia, detenuto a Foggia.

Un mix di alcol e droghe nel corpo di Desirée

Stando a quanto emerso dagli esami tossicologici, nel corpo della ragazza sono state rilevate tracce di diverse sostanze stupefacenti: cannabis, cocaina, eroina, alcolici e psicofarmaci. A detta degli inquirenti, a Desirée queste sostanze sarebbero state somministrate proprio con lo scopo di stordirla e quindi di poter abusare di lei.  Un mix di alcol e droghe che poi avrebbe provocato la morte della sedicenne. Per il momento nessuno dei quattro indagati ha ammesso di avere responsabilità nella morte della giovane di Cisterna di Latina.

Desirée Mariottini, la dichiarazione scioccante: “Lo stupro era pianificato”

A poche settimane da quella tragica notte tra il 18 e il 19 ottobre, arriva una nuova dichiarazione scioccante sull’atroce delitto di Desirée Mariottini. Stando alle parole di una teste, chi ha stuprato la sedicenne di Cisterna di Latina aveva, in realtà, pianificato tutto. Un vero e proprio piano studiato nei dettagli: sedare e drogare Desirée per poterla stuprare, come era probabilmente successo in passato ad altre ragazze. Una delle donne presenti mentre la ragazza stava morendo per il mix letale di farmaci e stupefacenti, si sarebbe lasciata convincere dal branco a non chiamare l’ambulanza. Questo “in cambio di alcuni tiri”.

Lo racconta Antonella, un’amica di Desirée. C’era un africano che secondo me ha pianificato tutto – dice agli agenti della Squadra Mobile. – aveva i capelli rasta con dread piccoli e una felpa gialla. Cucinava cocaina e Desirée cercava di fare un tiro. Lui le diceva di no e cercava di toccarle una spalla o una coscia come se ci stesse a provà. Lei lo scansava ma ho avuto l’impressione che potessero accordarsi”.

Antonella, stando ancora al suo racconto, sarebbe tornata nel rifugio dei pusher dopo qualche ora. Qui avrebbe trovato la sedicenne all’interno del palazzo abbandonato in compagnia anche di un altro ragazzo africano. “Una persona di m…, un viscido, un animale che si approfitta di tutte le ragazzepoiché chiede prestazioni sessuali in cambio di cocaina che, dopo il rapporto, non cede“. La testimone infine ha sostenuto di aver invitato Desirée ad andare via di lì “perché si stava creando una situazione strana, con troppi uomini nella stanza, mentre quello con i dread continuava a offrirle droga gratis. Una cosa mai vista. Desirée mi rispose levati, perché voleva restare lì“.

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