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Sissy Trovato Mazza, svolta nelle indagini: lividi e graffi sulle mani dell’agente

Sissy Trovato Mazza, cosa è successo all’agente di polizia penitenziaria quel maledetto 1 novembre 2016? Ancora non è stato svelato il mistero che si cela dietro l’aggressione subito all’ospedale civile di Venezia. All’epoca si parlò di suicidio ma molte prove hanno subito fatto pensate ad un tentato omicidio. La giovane è ora in coma e si trova nella sua casa in Calabria. 

Dopo il gip Barbara Lancieri, alcuni giorni fa, ha riaperto il caso per alcune anomalie nelle indagini, viene fuori un’altra novità. Sulle mani e il corpo di Sissy sono state trovati lividi e graffi, che proverebbero così la tesi del tentato omicidio. “Quando mia sorella è arrivata in ospedale dopo il colpo di pistola, abbiamo notato che le sue mani erano livide, gonfie e coperte di graffi, come se avesse lottato con qualcuno. Hanno ancora il coraggio di chiamarlo ‘tentato suicidio?'”, queste le dichiarazioni rilasciate alla sorella di Sissy. E’ il sito Fanpage.it ad avere avuto le foto delle prove rilasciate proprio dalla sorella, Patrizia Trovato Mazza. 

Sissy Trovato Mazza: cosa successe i 1 novembre 2016

Maria Teresa Trovato Mazza, l’agente penitenziario di 28 anni originaria di Taurianova (Reggio Calabria), per tutti Sissy, è in coma da due anni a causa di un colpo di pistola che l’ha raggiunta mentre era in servizio in un ospedale civile di Venezia. Secondo gli inquirenti, vi sono diversi elementi che lasciano pensare che la ragazza ha tentato di spararsi con la sua pistola d’ordinanza. Una tesi che non ha mai convinto i familiari e gli amici della giovane, che la descrivono come una persona solare e amante della vita.

Per i genitori la ricostruzione dei fatti, svolta dagli inquirenti, sarebbe assurda. La famiglia è certa che se la figlia oggi si trova a lottare tra la vita e la morte è per mano di qualcuno. In particolare il padre della ragazza, Salvatore Trovato, ritiene che qualcuno ha attirato la giovane con una trappola all’interno dell’ascensore solo con lo scopo di farle del male. Ad avvalorare questa tesi, secondo la famiglia, vi è il non funzionamento della telecamera di sorveglianza vicino all’ascensore. Ai microfoni della trasmissione Chi l’ha visto?, Salvatore Trovato ha dichiarato: “Le notti che sto passando sono incubi, perché oggi ancora non si capisce cosa sia potuto accadere a mia figlia. Quel poco che possiamo stare con lei in ospedale, sono minuti assurdi…non posso pensare che quella sia mia figlia, in quelle condizioni. Chi l’ha ridotta in quel modo? Qual è stato il motivo? Non le mancava niente, era felice sia economicamente, che con i familiari e gli amici. Scherzava e rideva dalla mattina alla sera”.

Il gip riapre le indagini: troppe anomalie

Il gip Barbara Lancieri ha disposto nuove indagini sul caso di Sissy Trovato Mazza. A chiedere con insistenza che la vicenda non venisse archiviata è stato l’avvocato Fabio Anselmo, che sta assistendo la famiglia della donna. Due anni fa l’agente di polizia penitenziaria, in servizio al carcere femminile di Giudecca, fu ritrovata gravemente ferita alla testa da un colpo di pistola, all’interno dell’ascensore del reparto di pediatria del Padiglione Jona dell’ospedale Civile. La donna, che continua a versare in gravi condizioni, è tornata a vivere in Calabria.

Le parole della famiglia

“Non sappiamo se ci vede o ci sente, ma lo speriamo. Percepisce che è a casa e che siamo tutti vicini a lei“, ha dichiarato il papà di Sissy a La Vita in Diretta. “Mi manca, mi manca tantissimo. All’inizio ci avevano detto che era avvenuto un incidente”. Per i genitori non c’erano elementi per pensare che Sissy potesse maturare il tentativo di suicidio. “Non si sarebbe mai sparata. Aveva cambiato casa, era felice della sua squadra di calcio, tornava quasi ogni settimana da noi“, ha raccontato la mamma. Ma sul lavoro c’erano problemi: “Mi aveva detto che aveva trovato della droga. Si era iscritta all’università perché non voleva essere un semplice agente”.

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