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Omicidio Isabella Noventa, si avvicina il processo d’Appello ma il corpo non si trova: ecco l’ultima ipotesi scioccante

Mercoledì 19 settembre si tornerà in aula per il processo d’Appello a carico di Manuela Cacco, Freddy e Debora Sorgato, tutti imputati nell’omicidio di Isabella Noventa. Il corpo della donna è stato cercato in lungo e in largo senza alcun esito. Una perizia sembra confermare la tesi sostenuta dall’amante della donna.

Sta per avere inizio il processo d’Appello riguardante l’omicidio di Isabella Noventa, la segretaria 54enne scomparsa nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016. Per la morte della donna sono stati condannati in primo grado a 30 anni di reclusione l’amante Freddy Sorgato e la sorella Debora, mentre la tabaccaia Manuela Cacco, innamorata perdutamente all’epoca dei fatti dell’uomo, è stata condannata a 16 anni e 10 mesi per concorso in omicidio. Il corpo di Isabella Noventa non è mai stato trovato. Le ricerche effettuate in questi anni, in cui purtroppo ha perso la vita il Sostituto Commissario Rosario Sanarico, sommozzatore della Polizia dello Stato, non hanno portato a nulla.

Freddy Sorgato continua a sostenere di aver gettato nel fiume Brenta il corpo di Isabella Noventa. A sostegno della sua tesi gli avvocati difensori dell’uomo hanno ingaggiato un perito. Secondo la valutazione di quest’ultimo il corpo della segretaria di Albignasego, gettato come sostiene Sorgato nel fiume, sarebbe arrivato nel giro di 48 ore in mare. Per tali ragioni il cadavere di Isabella Noventa non è mai stato trovato nonostante le molte ricerche.

Il 19 settembre si tornerà in aula per l’inizio del processo d’Appello. Secondo i legali dei fratelli Sorgato la pena è ingiusta e contesteranno in particolar modo la premeditazione. Per la Procura e per i giudici di primo grado invece il delitto è stato studiato a tavolino. Isabella sarebbe stata uccisa per gelosia e rancore con una mazzetta nella casa di Freddy. La difesa di Manuela Cacco, terza complice del delitto, punta invece a far scagionare la tabaccaia dall’accusa di concorso in omicidio, in quanto non vi sono abbastanza prove che stabiliscono con certezza il piano dei due fratelli e la partecipazione della donna.

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