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Mangiare alla scrivania durante lo smart working: uno studio ne rivela gli effetti dannosi

Consumare cibi davanti al computer sembra essere un atteggiamento tutt'altro che salutare

Lo smart working è ormai entrato a far parte della vita di migliaia di persone; una modalità lavorativa che, presente già da diversi anni, si è potenziata durante la pandemia. Le restrizioni e le misure di sicurezza per combattere il Coronavirus hanno portato a “trasferire” il proprio ufficio all’interno delle mura domestiche. Tanti sono i lavoratori che hanno optato per il lavoro da casa in modo da evitare spostamenti e assembramenti; tuttavia questa tipologia di lavoro ha comportato l’aumento di abitudini poco sane, come ad esempio, mangiare alla scrivania. 

Diversi studi affermano che lo smart working ha incrementato il consumo di pasti sulla scrivania; nel 2020, per esempio, una ricerca di BUPA, ha rivelato che quasi un terzo dei lavoratori del Regno Unito pranza alla scrivania, e quasi la metà degli intervistati ha affermato di non avere il tempo di prendersi una pausa dal computer. Alla luce di questo e anche dell’incremento, nell’ultimo anno, dei lavoratori in smart working, lo psicologo clinico Sam Von Reiche ha spiegato gli effetti negativi del consumare pasti alla scrivania.

Smart working e gli effetti del cibo consumato alla scrivania

Come spiega lo psicologo clinico Sam Von Reiche, mangiare al computer comporta diverse controindicazioni, per iniziare: l’essere compulsivi; coinvolti dal computer e dal lavoro si può rischiare di mangiare di continuo anche quando si è ormai sazi. Lo smart working incrementa questo rischio, perché in casa le scorte di cibo sembrano essere pressoché illimitate. Uno studio dell’Università del Surrey elenca poi gli altri rischi del mangiare alla scrivania: stanchezza e calo di produttiva. Si parla dunque di effetti assolutamente malsani, che come spiega Bob Pozen, autore di un altro studio sull’argomento in America, non fanno altro che rovinare la salute delle persone. Come affermano gli esperti, dunque, sarebbe assolutamente più utile ritagliarsi almeno mezz’ora per godersi una pausa pranzo rilassati; in questo modo anche la mente si ricarica, riducendo i livelli di cortisolo (ormone dello stress) e il lavoro dopo potrà essere più produttivo.

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Francesca Perrone

  • Cultura, Ambiente & PetsMessinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura.
    Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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