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Kim Basinger, l’icona degli anni ’80 da Alec Baldwin a “Cinquanta sfumature”

Nota per il suo fascino intramontabile grazie a cult del calibro di "9 settimane e ½", compie oggi gli anni

Eterna femme fataleKim Basinger ha da sempre potuto fare affidamento a un innegabile charme. A dimostrazione di ciò, è sufficiente citare anche solo una scena in particolare, nella sua sconfinata filmografia: il celebre striptease in 9 settimane e ½ di Adrian Lyne. Sottana bianca, sulle note dell’intramontabile You can leave your hat on e davanti lo sguardo di Mickey Rourke, è entrata a pieno titolo nell’immaginario collettivo. E proprio riguardo al cult del 1986, il critico Rogert Ebert – un’istituzione nell’ambiente – affermò: “Fa parte di quel particolare tipo di donna che crede di non essere bella pur essendo bellissima.

E non si tratta di uno tra i più frequenti luoghi comuni. Molto spesso, infatti, Kim Basinger ha sorpreso confessando: “Sono timida e mi intimorisco facilmente fino a tremare, ho sofferto di gravi attacchi di ansia. E poi tutta questa storia della bellezza. Forse ho la bocca troppo grande, e le gambe troppo secche.” Dettagli che, tuttavia, non sembrano poi così vicini all’idea che il pubblico ha di lei: d’altronde, non si diventa sex symbol per caso! E anche oggi, allo scoccare del suo 68esimo compleanno, l’icona non sembra aver perso un minimo di quel fascino.

Kim Basinger: l’icona di 9 settimane e ½ al Premio Oscar

Classe – sorprendentemente, c’è da dirlo! – 1953, ha esordito sul piccolo schermo nel 1978 nel film Il fantasma del volo 401. A farla salire alla ribalta, facendola notare ad una platea più ampia, è la pellicola Il migliore di Barry Levinson, del 1983, in cui recita al fianco di Robert Redford e Glenn Close. Il progetto le regala inoltre la sua prima candidatura al Golden Globe e, al contempo, le apre possibilità sempre più ampie. Lo stesso anno ricopre inoltre l’ambito ruolo di Bond Girl, al fianco di Sean Connery, in Mai dire mai, che a discapito delle sue insicurezze contribuisce alla nascita del suo status quo di femme fatale. Solo tre anni più tardi, la consacrazione: accanto al bello e dannato Rourke è difatti la Elizabeth McGraw di 9 settimane e ½.

 

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Insomma, il suo futuro sembrava dunque scritto. Sfortunatamente, la bella ragazza del sud con l’amore per la campagna si è trovata a prendere alcune scelte discutibili in ambito professionale. Ma, tra thriller più o meno riusciti e commedie non propriamente edificanti, spiccano anche alcuni tra i suoi ruoli più noti: impossibile non menzionare, ad esempio, la Vicki Vale nel Batman di Tim Burton, nel 1989. E poi, nel 1997, finalmente la (nuova) svolta: grazie a L.A. Confidential di Curtis Hanson arriva infatti il Premio Oscar e il Golden Globe come Miglior Attrice Non Protagonista.

Quel debole per i “cattivi ragazzi”: il matrimonio con Alec Baldwin e l’approdo a Cinquanta sfumature

Non solo la carriera, anche la vita privata di Kim Basinger ha assistito a un’andatura altalenante. A tal proposito è impossibile non tirare in ballo Alex Baldwin (oggi tristemente noto per altri motivi), con cui l’interprete ha vissuto un’intensa e combattuta storia d’amore. I due si sono conosciuti sul set di Bella, bionda… e dice sempre sì, del 1991, in cui hanno ricoperto i ruoli da protagonisti. E galeotto fu quel set: solo due anni dopo, infatti, i due sono convolati a nozze e, dalla loro unione, è nata nel 1995 la figlia Ireland. Ma la coppia, già sulla carta, non era destinata a durare. Da un lato lui, infatti, notoriamente dal carattere ruvido e spigoloso, spesso irascibile (così si vocifera nell’ambiente). Dall’altro invece lei, “campagnola” e sfacciatamente a-social, ma con un debole per i cattivi ragazzi.

 

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La loro unione dura fino al 2002, quando la coppia finisce al centro di un combattuto divorzio. Al termine, ormai, lei è profondamente cambiata, tanto da ammettere: “Per troppo tempo sono stata attratta dagli uomini rudi. Ma poi ho scoperto che sono solo insicuri, dei bulli.” Allo stesso modo, cerca di cambiare la percezione che gli altri hanno di lei, scrollandosi di dosso l’immagine da sex symbol che, negli anni, le è stata cucita addosso e che – in fin dei conti – non ha mai sentito sua. Sono gli anni in cui si reiventa in figure femminili tormentate, ai margini della società: è il caso esemplare della madre di Eminem in 8 Mile. Ma il tempo passa e Hollywood la rivuole di nuovo in vesti provocanti: e Kim Basinger risponde all’appello, entrando a far parte di Cinquanta sfumature. Proprio lei è la donna che ha “istruito” Christian Grey, nei capitoli secondo e terzo. Insomma, sulla soglia dei 68 anni, la Basinger continua ad essere l’icona che ci ha fatto sognare sin dagli anni ’80.

Kim Basinger Cinquanta sfumature

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Lorenzo Cosimi

  • Cinema e tv

    Romano, dopo la laurea triennale in Dams presso l’Università degli Studi Roma Tre, si è poi specializzato in Media, comunicazione digitale e giornalismo alla Sapienza. Ha conseguito il titolo con lode, grazie a una tesi in Teorie del cinema e dell’audiovisivo sulle diverse modalità rappresentative di serial killer realmente esistiti. Appassionato di cinema, con una predilezione per l’horror nelle sue molteplici sfaccettature, è alla ricerca costante di film e serie tv da aggiungere all’interminabile lista dei “must”. Si dedica alla produzione seriale televisiva con incursioni sui social.

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